L’ARCHIVIO MARI: IL DATABASE DELL’INVENTARIO DI CONSISTENZA.

Rampe di scale in un palazzo in piazzale Baracca, a Milano, ci portano nello studio di Enzo Mari: luogo di lavoro, dai primi anni ’60 al 2015/16, e fino ad oggi sede dell’archivio che nel 2019 è stato donato al CASVA. Le fotografie, del 2020, mostrano oggetti non mutati nel tempo all’interno delle undici stanze dello studio: lampade spente puntate su fogli fissati ai tecnigrafi; libri, negli armadi della biblioteca, adagiati sulla copertina, come appena riposti; cartelli con indicazioni di progetti appesi alla scaffalatura nella “stanza in fondo”. Un luogo dove ogni oggetto narra la storia di un pensiero progettuale.
L’archivio Mari presenta al suo interno una documentazione eterogenea: schizzi a penna, modelli in legno, tubi di disegni su carta da lucido; appunti di grafica, volumi monografici e riviste, due tecnigrafi. Dal 10 al 21 luglio 2023 è stato operato il trasferimento dell’archivio dallo studio Mari ai depositi del CASVA, in attesa della collocazione definitiva nella nuova sede che sarà pronta a fine anno.
La movimentazione della documentazione ha richiesto la preparazione preliminare di un inventario di consistenza, che infine è divenuto un data base inventariale. Il data base inizialmente aveva lo scopo di quantificare e identificare la documentazione donata ed è stato modificato e aggiornato durante e al termine della movimentazione: quello però che ne risulta è un data base che diviene strumento, oltre che per catalogare la documentazione, per la ricerca, un mezzo che fotografa la situazione passata e presente dell’archivio, prima nello studio e ora nei depositi del CASVA.
La prima versione del data base ha previsto una catalogazione dettagliata con la trascrizione del titolo, del numero di progetto, della tipologia, della data e della collocazione della documentazione in un documento Excel. Così si è resa esplicita la collocazione della documentazione e di come essa sia indagabile secondo un “modello matrioska”: un disegno in una cartelletta, che a sua volta è contenuta in una cartella che è posta in un cassetto della cassettiera. Proseguendo nel lavoro, si è resa necessario un ampliamento che ha generato una seconda versione in grado di rendere comprensibile la complessità dell’archivio prima e dopo la movimentazione. Questo è stato possibile grazie alla struttura del data base che riporta la catalogazione della documentazione per stanze, quelle presenti nello studio Mari (dalla 1 alla 11). Ad ogni stanza, infatti, è stato affidato un numero e il numero di stanza ha determinato l’ordine per la movimentazione. Su ogni collo, quindi, compaiono due numeri: il primo relativo alla stanza di appartenenza, mentre il secondo è il numero progressivo che mostra l’ordine in cui si è movimentato il materiale documentale. In questo modo, il data base creato mostra la stratificazione della storia della documentazione dello studio (sono stati introdotti campi, quali “posizione originale” e “posizione in Fabbrica del Vapore”), oltre che rendere evidente l’eterogeneità della documentazione, che si deduce da dati inseriti quali “Tipologia” di documentazione, “Oggetto”(come si presenta alla vista), “Materiale” della documentazione per la conservazione. Altri campi aggiunti sono stati la “descrizione dell’oggetto” presente nell’inventario della dott.ssa Giacomelli, assistente di Enzo Mari, e l’indicazione “committente/azienda”. Infine il campo “Foto” rimanda alla testimonianza fotografica, mostrando lo stato di conservazione della documentazione prima e durante la movimentazione.
L’inventario creato diviene non solo come mezzo che rende possibile la consultazione dell’archivio, ma è anche uno strumento per lo studio diacronico della storia della formazione e della trasformazione dell’archivio. Inoltre, tenere traccia della collocazione del materiale documentale nelle diverse stanze vuol dire mantenere il diverso significato attribuito alla documentazione da Enzo Mari e implicitamente capire quali fossero le fasi per la realizzazione di un progetto. Il data base diviene, così, strumento e spunto per ulteriori ricerche future.

Margherita Pasini