Cecilio Arpesani

Cecilio Arpesani (Casale Monferrato, 1853-Milano, 1924), dopo avere frequentato l’Università di Pavia, si iscrive alla Scuola Speciale di Architettura presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano dove si laurea in Ingegneria Civile nel 1875.

All’epoca il corso di studi di un architetto era molto diverso da quello di oggi: innanzitutto i corsi di laurea di ingegneri e architetti non verranno nettamente separati prima del 1934, per cui fino a questa data l’unico titolo conseguibile sarà quello di ingegnere (anche se dal 1865 esiste la Scuola Speciale di Architettura); in secondo luogo fino al 1875 si accedeva al Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano, configurato come una scuola di specializzazione sul modello dei politecnici di area tedesca e svizzera, dopo aver completato un biennio in una Facoltà universitaria di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali; solo dopo il 1875 sarà inaugurato anche il biennio preparatorio. Il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano avrà poi un rapidissimo sviluppo divenendo Regio Politecnico di Milano nel 1937, e poi, in età repubblicana, Politecnico di Milano (PoliMi).

Cecilio appartiene alla generazione di professionisti milanesi rappresentata da Luigi Broggi, Luca Beltrami, Antonio Citterio, tutti nati nella prima metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento.

Compiuta la pratica professionale presso lo studio del cugino Ercole, ne apre uno proprio col fratello Camillo, occupandosi di molteplici aspetti della professione: Cecilio, infatti, intrattiene relazioni con la Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo progettando linee di collegamento ferroviario e cura l’amministrazione dei fondi agricoli di Rodolfo Sessa, secondo la consuetudine che vede affidare la gestione dei terreni ai “costruttori di fiducia” delle famiglie di proprietari terrieri. Per i Sessa, inoltre, realizza la villa di Cremella (1890-94) e la Palazzina Sessa in via Ariosto a Milano (1900-06), mentre per il principe Gonzaga di Vescovato costruisce Palazzo Gonzaga di Vescovaldo. Si dedica anche alla progettazione di chiese, istituti religiosi e scuole, come la chiesa di Sant’Agostino con il complesso dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio in via Copernico (1900-26), l’Istituto delle Marcelline in piazza San Tommaso (1906) a Milano, la chiesa di Legnanello (1901-05) e l’asilo Ratti (Trenno Milanese, 1903-08). Si occupa di diversi restauri, di cui sono esempio i lavori per il Duomo di Crema (1911-15), di Cremona (1915-21) e per le cattedrali di Melegnano e di Ponte Vecchio presso Magenta (1922-23).

Tra il 1910 e il 1920 partecipa alla Commissione igienico-edilizia del Comune di Milano; si applica inoltre per dare impulso alla Scuola professionale di Monza, secondo quella tradizione tutta lombarda per cui l’impegno professionale si accompagna sempre all’impegno per il progresso della società, particolarmente nel miglioramento del sistema di istruzione dei giovani. Oltre a essere iscritto al Collegio degli Ingegneri e Architetti fu anche socio onorario dell’Accademia di Belle Arti di Milano a partire dal 1895.