La mostra è interamente dedicata ai maestri del design italiano Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi proponendo una selezione di modelli di studio di oggetti di design che hanno reso celebri i tre progettisti nel mondo, mettendo in luce il processo creativo di trasformazione ed evoluzione che precede la realizzazione finale di un prodotto.

Diversamente dal prototipo o dal modello realizzato in azienda, che si avvicina quanto più possibile alla definizione finale di un’idea, il modello di studio accompagna il progetto fin dalle origini, è uno strumento malleabile e modificabile con cui interagire e confrontarsi in un continuo processo di trasformazione. È fluido, come le idee che lo compongono; deve essere agile, di veloce esecuzione ed anche cestinabile nell’ipotesi di un cambio di rotta.

Il modello “permette un riscontro immediato in corso d’opera di ciò che si sta elaborando. È stato detto: è come pensare con le mani: chiarissimo” afferma Donato D’Urbino nel testo “Cose d’archivio.

I modelli di architettura e design presso il CASVA” a cura di Maria Teresa Feraboli del 2015.