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Luciano Baldessari (Rovereto 1896 – Milano 1992) compie i suoi studi tra Rovereto (dove si forma come artista futurista alla scuola di Luigi Comel insieme a Depero), Vienna (dove completa gli studi tecnici nel 1916) e Milano (dove si laurea al Politecnico nel 1922).
Negli anni Venti (dal 1922 al 1926) è a Berlino per un lungo periodo di apprendistato e di lavoro in cui conosce i grandi artisti, attori, scenografi e architetti dell’epoca e dove lavora costantemente in teatro creando scenografie vibranti e piene di mistero.
Dopo una breve tappa a Parigi, nel 1929 torna a Milano dove rimarrà fino allo scoppio della seconda guerra mondiale; è il periodo dei fantasiosi allestimenti per cui diviene famoso:
la mostra della seta di Villa Olmo a Como (1927);
il Padiglione Bernocchi della X Fiera internazionale di Milano (1929) con l’invenzione del manichino Luminator,
l’esposizione internazionale di Barcellona con una nuova versione dello stesso manichino;
l’allestimento di una sala all’Esposizione aeronautica Italiana al Palazzo dell’Arte di Milano (1934);
Gli arredamenti della Libreria Notari (1927), del seminterrato Cantoni (1929), del Bar Craja (1930), di uno studio per collezionista (1930), dell’appartamento Spadacini (1932), del negozio Ultimoda DAF (1935-35);
le architetture del palazzo per uffici De Angeli Frua (1931-32), del Padiglione della Stampa alla V Triennale (1933), del complesso industriale Italcima (1932-39),
il visionario progetto non realizzato per Piazza San Babila (1936-37), o del Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR (1937).
Negli anni Quaranta Baldessari (1929-1948) è a New York dove, non volendo diventare americano e quindi non volendo dare gli esami per veder riconosciuta la laurea al Politecnico, riprende il lavoro di scenografo e si dedica al teatro e ad alcuni allestimenti tra cui spicca il teatro della Moda di Elisabeth Arden (1940).
Rientrato in Italia, gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta sono gli anni dei grandi allestimenti fieristici, in particolare:
dei Padiglioni Breda alla Fiera Internazionale di Milano (1952, 1953, 1954, 1955),
delle grandi mostre, tra cui l’Atrio e Scalone d’Onore della IX Triennale (1951) che comportò la "regia" delle opere di numerosi artisti invitati a partecipare (fra cui Crippa, Dova, Milani, Rossi, Radice). In quest'occasione Lucio Fontana realizzò il suo celebre "cirro luminoso", sospeso sul soffitto dello scalone d'onore, oggi esposto al Museo del Novecento di Milano,
la mostra su Van Gogh (1952) e quella sulla Civiltà Etrusca (1955) a Palazzo Reale, e quella sul Risorgimento Mantovano alla Casa del Mantegna di Mantova (1952), in collaborazione con Attilio Rossi; quelle su Rembrandt e il Seicento Olandese (1954) e su Modigliani (1958) a Palazzo Reale, dove, in collaborazione con l'architetto Zita Mosca – sua collaboratrice dal 1969 e in seguito sua moglie -, realizzò anche le mostre su Roberto Crippa (1971), Lucio Fontana (1972) e la mostra La ricerca dell'identità (1974).
dei monumenti pubblici, come la Fontana del Risparmio a Milano (1961-62) e la Campana dei caduti a Rovereto (1961-64);
realizzazioni architettoniche, quali il grattacielo all’Hansaviertel di Berlino (1955-57), il condomino Venezia a Rovereto (1962) e la Cappella Santa Lucia a Cavarate (1962-66).
L’ultimo grande allestimento fu quello della mostra su Lucio Fontana, che era stato amico e collaboratore di Baldessari in molti suoi lavori, a Palazzo Reale del 1972.
L'archivio Luciano Baldessari è completamente digitalizzato e consultabile in sede.
Il Politecnico di Milano in collaborazione con il MART di Rovereto e con il CASVA ha pubblicato i più importanti progetti dell'architetto al link http://baldessari.densitydesign.org/opere/progetti/elenco/